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Elsa Martinelli - Diva controvoglia

Roma 3 - 7 maggio 2006
Rassegna di film e convegno di studi presso sala "Trevi"

In collaborazione con Comune di Roma / Assessorato alla Cultura Centro Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale Ministero per i Beni e le Attività Culturali 

 

 

 

 

 

Una carriera svolta quasi interamente all'ombra del divismo internazionale (e del jet-set), ma anche contrassegnata da esperienze importanti maturate all'interno del grande cinema d'autore (da Orson welles ad Howard Haks, da Vittorio De Sica a Elio Petri, da Mario Monicelli a Dino Risi). Più apprezzata all'estero che in Italia, dove è sempre stata guardata con una certa sufficenza, Elsa Martinelli rappresenta per certi aspetti un caso unico nella storia del divismo e del cinema italiano. A differenza di molte attrici di casa nostra che, dopo aver raggiunto i primi successi a Cinecittà, hanno guardato ad Hollywood come sogno e coronamento della loro carriera, per la Martinelli è capitato esattamente il contrario. Infatti il suo esordio avvenne, meno che ventenne, già all'estero, ad Hollywood, accanto a Kirk Douglas, che dopo averla vista fotografata su "Life" la volle accanto a sé come protagonista femminile del western Il cacciatore di indiani.

Un inizio sfolgorante perchè a quel punto la notorietà della giovanissima Elsa Martinelli rimbalzò anche in Italia e molti nostri importanti registi cominciarono ad affidarle ruoli da protagonista per i loro film. E' il caso Raffaello Matarazzo, Mario Monicelli, Dino Risi, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada e tanti altri.

Nel 1956, è la protagonista femminile di Donatella, e con questo film conquista insapettatamente l'Orso d'argento al Festival di Berlino come migliore attrice protagonista. E' un riconoscimento prestigioso per il cinema italiano e anche un segnale di controtendenza. Nell'epoca d'oro delle vamp dall'aggressiva bellezza, la Martinelli si fa invece apprezzare per la sua eleganza naturale e per il suo fisico longilineo da modella (ha iniziato a lavorare giovanissima, come indossatrice, per le più importanti case di moda della capitale).

Alta, magra, sofisticata ma anche semplice e geniuina, credibile sia come frequentatrice di ambienti esclusivi che come ragazza della porta accanti, nonchè in grado di parlare un ottimo inglese, Elsa Martinelli si propone per un certo periodo come la versione italiana di Audry Hepburn, importante diva di quegli anni.

Poi succede qualcosa, a livello personale (il matrimonio, una figlia) e professionale (qualche scelta sfortunata, qualche rinuncia di troppo), e la carriera di Elsa Martinelli, a partire dagli anni Settanta, comincia ad essere segnata da pause e discontinuità. E' come se il cinema non fosse più in suo interesse principale, come se frequentasse i set, anche prestigiosi, fosse diventato un impegno troppo gravoso o da assumere con un certo distacco. Resta però sempre salvaguardata l'immagine di una donna indipendente e coraggiosa, "altra" rispetto al modello femminile vincente del tempo.

La carriera della Martinelli probabilmente non corrisponde ai suoi meriti, eppure, a guardare la sua filmografia c'è da sorprendersi per i tanti momenti esaltanti vissuti in Italia e all'estero, e con i più grandi registi e attori del momento: Orson Welles, John Wayne, Kirk Douglas, Charlton Heston, Dustin Hoffman, Jean Marais, Michel Piccoli e tanti altri.

Tra i suoi film più significativi: La notte brava (1959) di Mauro Bolognini, Il sangue e la rosa (1960) di Roger Vadim, Un amore a Roma (1960) di Dino Risi, Hatari! (1962) di Howard Hawks, Il processo (1962) di Orson Welles, La calda pelle (1964) di Jean Aurel, La decima vittima (1965) di Elio Petri, Sette volte donna (1967) di Vittorio De Sica, L'amica (1969) di Alberto Lattuada, Garofano rosso (1976) di Luigi Faccini, Once Upon a Crime (1992) di Eugene Levy.

Una carriera d'attrice inusuale e soprattutto molto articolata nei generi e nelle produzioni. Ci sono commedie e film drammatici, film di genere e d'autore. Elsa Martinelli lavora indifferentemente con registi affermati come Howard Hawks e Roger Vadim, o con registi appena esordienti come Luigi Faccini o Giuseppe Fina, con autori popolari come Alberto Sordi o Lucio Fulci, oppure con maestri dichiaratamente rivolti ad un cinema di qualità, come Orson Welles. Grazie a una grande capacità di adattamento, la Martinelli riesce ad essere quasi sempre all'altezza del compito: è, di volta in volta, Dallas, avvenente fotografa internazionale che in Hatari! fa innamorare il duro cacciatore John Wayne; è Anna, intenso personaggio pasoliniano, in La notte brava di Mauro Bolognini; è una ragazza madre proletaria nel bellissimo e intenso Pelle viva di Giuseppe Fina, e insieme un intraprendente oggetto del desiderio in La calda pelle di Jean Aurel.

Approfondire oggi, a distanza di anni, la carriera di Elsa Martinelli, analizzare le sue luci e le sue ombre, i momenti felici, i successi e le occasioni mancate, può  permettere di sottolineare certi aspetti del divismo internazionale, ma anche consentire di carpire meglio certi modi di essere dona all'interno della società e del cinema italiano.

 

Film della RASSEGNA

Mercoledì 3 maggio

 

  • Ore 21.00: "Donatella" (1960) di Mario Monicelli - 104'

Giovedì 4 maggio: Donne italiane

 

  • Ore 17.00: "Un amore a Roma" (1960) di Dino Risi - 114'
  • Ore 19.00: "La risaia" (1956) di Raffaello Matarazzo - 100'

copia concessa dal Novaracinefestival

 

  • Ore 21.00: "La notte brava" (1959) di Mauro Bolognini - 95'

Venerdì 5 maggio: Da Hollywood a Parigi

 

  • Ore 17.00: "II cacciatore di indiani" (1955) di André De Toth - 88'
  • Ore 19.00: "La calda pelle" (1965) di Jean Aurel - 90'
  • Ore 21.00: "Hatari!" (1962) di Howard Hawks - 14O'

Sabato 6 maggio: Incontri d'autore

 

  • Ore 17.00: "La decima vittima" (1965) di Elio Petri - 90'
  • Ore 19.00: "II processo" (1962) di Orson Welles - 120'
  • Ore 21.00: "Garofano rosso" (1976) di Luigi Faccini - 113'

Domenica 7 maggio: Commedie & Drammi

 

  • Ore 17.00: "L'amica" (1969) di Alberto Lattuada - 705'
  • Ore 19.00: "Pelle viva" (19621 di Giuseppe Fina - 98'
  • Ore 21.00: "International Hotel" (1963) di Anthony Asquith - 119'

CONVEGNO

 

  • Gianni Borgna - Assessore alle Politiche Culturali Comune di Roma

RELAZIONI

 

  • Patrizia Carrano - La cerbiatta
  • Enrico Magrelli - La Cenerentola di Hollywood
  • Sergio Toffetti - L'anima e la carne

INTERVENTI

 

  • Luigi Faccini
  • Giampiero Mughini
  • Piero Tosi
  • Lina Wertmuller