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Il papà di Giovanna (2008)

Regia: Pupi Avati
soggetto e sceneggiatura: Pupi Avati
fotografia: Pasquale Rachini
scenografia: Giuliano Pannuti
costumi: Francesco Crivellini, Mario Carlini
musiche: Riz Ortolani
montaggio: Amedeo Salfa
Interpreti e personaggi: Silvio Orlando (Michele Casali), Alba Rohrwacher (Giovanna Casali), Francesca Neri (Delia Casali), Ezio Greggio (Sergio Ghia), Serena Grandi (Lella Ghia), Paolo Graziosi (Andrea Traxler), Sandro Dorio (Belletti), Edoardo Romano (Pradelli), Chiara Sani (Amabile), Valeria Bilello (Marcella Traxler)
Produzione: Antonio Avati per Duea Film, Medusa Film
durata: 104'

 

 

Sinossi: Sotto il fascismo imperante, un insegnante, infelicemente sposato, si dedica anima e corpo all'educazione di sua figlia, un'adolescente timida, insicura e non troppo bella. L'uomo è deciso a costruire per lei un grande futuro, quando un giorno, per una folle gelosia, la ragazza uccide la sua migliore amica. Dichiarata insana di mente, la figlia viene rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Il solo a rimanerle vicino sarà il padre, che a lei dedicherà la sua vita.

Rassegna Stampa

"La poetica di Pupi Avati si riconosce in pieno in questo film, interpretato da ottimi attori. Uno sguardo inteso a smorzare i toni, la malinconia che non spegne la speranza, personaggi prigionieri dei fantasmi interiori e uno sfondo familiare che tende a sublimarsi in un mitico altrove". Valerio Caprara (in "Il Mattino", 1° settembre 2008)

"Il papà di Giovanna è un apologo molto nero sulla famiglia italiana. Ma è anche un film sulla Storia: è il dramma di un uomo che, colpito da una tragedia privata indicibile, distrutto in ogni affetto, si chiude nel dolore e spinge la Storia sul pianerottolo, per non vederla. Ma la Storia entra nelle stanze e le brucia, e quando Giovanna torna a casa, la sua camera, rimasta chiusa per 15 anni, ha in sé tutte le cicatrici del male che è stato fatto. Il papà di Giovanna è un film bello e dolorosissimo". Alberto Crespi (in "L'Unità", 1° settembre 2008)

"In un realismo quotidiano in cui i sentimenti prevalgono, soffusi sempre, però, da una estrema delicatezza, perché i caratteri, anche quelli di contorno, possano proporsi con tutte le necessarie tensioni, tra l'esplosione e il non detto senza mai una frattura. In una cornice cui la bella fotografia color seppia di Pasquale Rachini sa dare sempre il tono dell'epoca, mentre la recitazione di tutti gli attori si impone ad ogni svolta". Gian Luigi Rondi (in "Il Tempo", 1° settembre 2008)