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L'Industriale (2011)

REGIA: Giuliano Montaldo
SCENEGGIATURA: Andrea Purgatori, Giuliano Montaldo
ATTORI: Pierfrancesco Favino, Carolina Crescentini, Eduard Gabia, Elena Di Cioccio
FOTOGRAFIA: Arnaldo Catinari
MONTAGGIO: Consuelo Catucci
MUSICHE: Andrea Morricone
PRODUZIONE: Bibi Film in collaborazione con Rai Cinema, Prodotto Da Angelo Barbagallo
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
GENERE: Drammatico
PAESE: Italia 2011, 94', Colore

 

 

Sinossi: Nicola ha quarant'anni, è proprietario di una fabbrica, ereditata dal padre, sull'orlo del fallimento. Nicola è strangolato dai debiti e dalle banche, nella Torino che vive la grande crisi economica che soffoca tutto il paese. Ma è orgoglioso, tenace. Ha deciso di risolvere i suoi problemi senza farsi scrupoli, esattamente come le finanziarie che lo vorrebbero al tappeto. Laura, sua moglie, è sempre più distante. La sta perdendo, se ne è accorto, ma non fa nulla per colmare la distanza che ormai li separa. Assediato dagli operai che lo pressano per conoscere il loro destino, in attesa di concludere una joint venture con una compagnia tedesca, Nicola avverte che qualcosa sta turbando l'unica certezza che gli è rimasta: il matrimonio. Ma invece di aprirsi con Laura comincia a sospettare di lei.

 

Rassegna Stampa
Ce la mette tutta Giuliano Montaldo (ottantuno primavere e una verve, un vigore, una simpatia da novizio) nell'affrontare il tema della crisi economica, delle fabbriche dismesse e del degrado multietnico con l'inconfondibile taglio del più tradizionale e collaudato cinema civile. La sua mano è, in effetti, felice per come costruisce «L'industriale» sullo sfondo suggestivo di una Torino livida e scostante, dosa con accuratezza formale il mix tra ferma denuncia e tensione da thriller e soprattutto s'affida al protagonismo straripante di quel Pierfrancesco Favino che è ormai diventato l'attore-guida della scuola italiana... Valerio Caprara, Il Mattino

Il nuovo lavoro di Giuliano Montaldo, L’industriale, è uno di quei film nei quali la potenza del tema rischia di far passare in secondo piano l’eccellenza della confezione. Avveniva anche ai vecchi tempi, quando il cinema «civile» italiano era ungenere portante della nostra industria. Se si pensa a Salvatore Giuliano viene alla mente l’argomento politicamente rovente e si dimentica la splendida fotografia in bianco e nero di Gianni Di Venanzo, rivoluzionaria per l’epoca. Quando andrete a vedere L’industriale – perché ci andrete, vero?… - fate su voi stessi un test di percezione... Alberto Crespi, L'Unità

E ora che la crisi (italiana) arrivasse sugli schemi. Ci ha pensato il glorioso veterano Giuliano Montaldo che a Torino racconta l’odissea dell’imprenditore Pierfrancesco Favino. La banca non gli fa più credito: come può tirare avanti senza chiudere la fabbrica? Ma oltre ai licenziamenti lo angustia il sospetto che la ricca moglie Carolina Crescentini lo tradisca. E il cruccio personale finisce per soffocare quello aziendale. P.S. Davvero conveniente la spesa a Torino: uno scatolone di gianduiotti costa 15 euro... Massimo Bertarelli, Il Giornale

Onore a Giuliano Montaldo, classe 1930, che è un combattente del cinema. Dopo I demoni di san Pietroburgo del 2007, colta ma non elilaria variazione sui temi biografici dostoevskijani, si torna nella Torino che sta diventando sempre più la nuova Cinecittà non però per mascherarla da altro (come per Pietroburgo e come spesso sta accadendo da qualche tempo). La vicenda di L’industriale è proprio torinese e riguarda i giorni nostri. La crisi e le sue conseguenze sociali e personali è tema che sta alimentando il cinema e la fiction televisiva... Paolo D'Agostini, La Repubblica