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L'Orchestra di Piazza Vittorio (2007)

Regia: Agostino Ferrente
sceneggiatura: Agostino Ferrente, Francesco Piccolo, Mariangela Barbanente, Massimo Gaudioso
fotografia: Greta De Lazzaris, Alberto Fasulo
Interpreti: Mario Tronco, Agostino Ferrente, Dina Capozio, Mohammed Bilal, Houcine Ataa, Carloz Paz, Rahis Bharti, Ziad Trabelsi, Omar Lopez Valle, Raul Schebba, Pap Yeri Samb, John Maida, Pino Pecorelli, Peppe D'argenzio, Marian Serban, Amrit Hussain, Gaia Orson
Produzione: Bianca Film, Lucky Red, Piurat M.C.
Durata: 93'

Sinossi: il film racconta la genesi dell'Orchestra di Piazza Vittorio, la banda musicale nata per iniziativa di Mario Tronco, il tastierista degli Avion Travel, e di Agostino Ferrente. Nel quartiere di Piazza Vittorio, a Roma, si intrecciano le storie di vita di ragazzi arrivati da ogni parte del mondo in cerca di nuove opportunità.

 

 

Rassegna Stampa

"Questo documentario racconta la storia degli ultimi cinque anni. Storia iniziata con una mobilitazione contro la chiusura del vecchio cinema Apollo, proseguita con la costituzione dell'associazione Apollo 11 e culminata con la scommessa riuscita di creare un'orchestra (e un sound "meticcio") fatta di indiani e cubani, africani e sudamericani, arabi e rom ma anche italiani, americani del nord, altri europei. Giudicare la qualità del documentario è a conti fatti marginale. Mentre una volta tanto bisogna togliersi il cappello di fronte al messaggio che nel suo piccolo ha un valore storico". Paolo D'Agostini, La Repubblica, 15 settembre 2006

"Ecco una possibile risposta alla geniale domanda posta da Fellini nel '79 in Prova d'orchestra: come nasce dalla somma di tante persone diverse l'armonia della musica? Forse proprio dalla disarmonia, in questo caso sociale e politica, geografica, oltre che musicale. Perché nel bel documentario di Ferrente si racconta la nascita di un'orchestra oggi popolare, creata dal musicista Mario Tronco anche come atto di volontariato per proteggere dalla legge Bossi-Fini gli immigrati. Storia che nasce per salvare un locale, ma finisce per essere la testimonianza di un sogno di tolleranza e di solidarietà, qualunque sia lo spartito che si suoni". Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 29 settembre 2006