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Catherine Spaak - Il cinema dell’età inquieta

Roma 4 - 8 giugno 2003
Rassegna di film presso sala "Trevi" Convegno di studi Sala Pietro da Cortona Musei Capitolini

In collaborazione con Comune di Roma / Assessorato alla Cultura Scuola Nazionale di Cinema / Cineteca Nazionale Ministero per i Beni e le Attività Culturali 

 

 

 

Con la sua carriera cinematografica all’inizio intensa, poi ondivaga e spezzata, Catherine Spaak consente di osservare da un’ angolatura piuttosto inusuale uno degli aspetti più significativi del cinema italiano: il ruolo della donna e la dimensione “femminile” nell’universo simbolico cinematografico. Negli anni Sessanta, periodo particolarmente fortunato per il cinema italiano, i film d’autore, che pur furono tanti e innovativi, non riuscirono ad imporre un modo nuovo di guardare al ruolo femminile. A parte l’episodio (peraltro breve) di Monica Vitti per Michelangelo Antonioni, non ci sono state in Italia le cosiddette “muse ispiratrici” che invece ci furono in altre cinematografie (Anna Karina, Jeanne Moreau, Catherine Deneuve per il cinema francese, per non parlare poi del cinema americano). In Italia, anche nei periodi più felici, c’erano da una parte le “maggiorate”, per lo più reclutate dai concorsi di bellezza, dall’altra la donna oggetto e svampita (Sandra Milo) o comunque succube e passiva (Stefania Sandrelli).

La commedia italiana, territorio fertile degli anni Sessanta, e il cinema civile, proponevano un immaginario “celibe”, attraversato e dominato da figure maschili forti: le maschere comiche (Sordi, Gassman, Tognazzi, Manfredi) o i caratteri drammatici (Volonté). E’ in questo contesto che ad un certo punto  prende vita, subendo vari contraccolpi, l’immagine di una donna “altra”, una donna più aggressiva o aliena, che incarna il desiderio impossibile, la “voglia matta”, la tentazione pericolosa e trasgressiva, gli inganni “dolci” e le puntuali frustrazioni. Catherine Spaak, adolescente da importazione (è nata a Parigi) interpreta per un po’ di anni alla perfezione questo ruolo, e lo declina con i suoi primi film, perseguitati dalla censura e premiati dal pubblico, ma anche con il suo personaggio privato, spesso salito alla ribalta della cronaca e del pettegolezzo (i suoi amori, i suoi matrimoni, le sue fughe, le sue ribellioni). A parte l’aspetto più esteriore, la Spaak riesce comunque ad essere presente in molti film importanti, e a lavorare con successo praticamente  con quasi tutti i maggiori registi del momento: da Lattuada a Salce, da Pietrangeli a Comencini, da Damiani a Vancini a Ferreri.

Una filmografia di tutto rispetto, all’interno della quale la Spaak si ritaglia con una coerenza che non può essere casuale il ruolo e il modello di una donna alternativa rispetto alle figure più correnti nei film italiani: una donna spregiudicata, autonoma e soprattutto libera, al punto di mettere in crisi equilibri e sicurezze piccolo-borghesi, e creare qualche allarme per la società moralistica e sessuofobica del tempo.  Di più, Catherine Spaak e i suoi film rappresentano anche una specie di controcanto agro al boom economico ampiamente e bonariamente rappresentato dalla commedia italiana. Negli anni Settanta, e ancora di più negli anni Ottanta e oltre, la Spaak si ritira progressivamente dal cinema, e quando capita si regala ruoli mai stereotipati, spesso anche ingrati. Percorrendo con successo altre strade (giornalismo, televisione, teatro), la Spaak ha costruito l’immagine di una donna borghese e colta, da guardare quasi con soggezione.  Resta l’idea di un’attrice  dotata e sicuramente intelligente, che il cinema italiano non ha forse saputo valorizzare con continuità. E’ una delle tante occasioni mancate da registrare e cercare di spiegare, ma anche un’ulteriore possibilità per capire dall’interno certi meccanismi e certe caratteristiche del nostro cinema.

 

Film della RASSEGNA

 

4 - 8 GIUGNO 2003
Mercoledì 4 giugno: L'ETÀ INQUIETA

 

  • Ore 20.30: "I DOLCI INGANNI" (1960) di Alberto Lattuada - 95'
  • copia restaurata dalla Cineteca di Bologna
  • Ore 22.30: "LA VOGLIA MATTA" (1962) di Luciano Salce - 105'

 

Giovedì 5 giugno: "GLI ANNI DELLA CRISI"

 

  • Ore 18.30: "L'UOMO DEI PALLONI" (1965) di Marco Ferreri Versione integrale - 86'
  • Ore 20.30: "LA NOIA" (1963) di Damiano Damiani - 118'
  • Ore 22.30: "L'UOMO DEI PALLONI" (1965) di Marco Ferreri Versione integrale - 86'

 

Venerdì 6 giugno: IL FASCINO AMBIGUO

 

  • Ore 18.30: "CERTO, CERTISSIMO,
  • ANZi... PROBABILE" (1969) di Marcello Fondato - 120'
  • Ore 20.30: "MADAMIGELLA DI MAUPIN" (1966) di Mauro Bolognini - 95'
  • Ore 22.30: "CERTO, CERTISSIMO, ANZio... PROBABILE" (1969) di Marcello Fondato - 120'

 

Sabato 7 giugno: INGANNI E DISINCANTO

 

  • Ore 18.30: "IL MARITO E MIO E L'AMMAZZO QUANDO MI PARE" (1968) di Pasquale Festa Campanile - 97'
  • Ore 20.30: "IL SORPASSO" (1962) di Dino Risi - 105'
  • Ore 22.30: "LA NOTTE E FATTA PER ... RUBARE" (1967) di Giorgio Capitani - 101'

 

Domenica 8 giugno: DONNE

 

  • Ore 18.30: "IO E CATERINA" (1981) di Alberto Sordi - 95'
  • Ore 20.30: "ADULTERIO ALL'ITALIANA" (1966) di Pasquale Festa Campanile - 98'
  • Ore 22.30: "CARI GENITORI" (1973) di Enrico Maria Salerno - 94'