Stampa

L'UOMO NERO (2008)

Regia: Sergio Rubini
Sceneggiatura: Domenico Starnone, Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini
Fotografia: Fabio Cianchetti
Scenografia: Esmeralda Calabria
Costumi: Luca Gobbi
Musica: Nicola Piovani
Produzione: Donatella Botti per Bianca Film
Interpreti: Sergio Rubini (Ernesto), Valeria Golino (Franca), Riccardo Scamarcio (Pinuccio), Fabrizio Gifuni (Gabriele), Guido Giaquinto (Gabriele bambino), Anna Falchi, Margherita Buy, Vito Signorile, Maurizio Micheli
Paese: Italia, Durata 117 Minuti

 

 

 

Sinossi: Gabriele Rossetti torna in Puglia per dare l'estremo saluto a suo padre Ernesto, ex capostazione della ferrovia locale, con qualche frustrato talento per la pittura. Sarà in quell'occasione che Gabriele rievocherà la sua infanzia, trascorsa tra le incomprensioni con il padre, la dolcezza severa della madre Franca, insegnante di lettere, e la fascinazione per lo zio Pinuccio, arrivando finalmente a comprendere il padre Ernesto.

Rassegna Stampa

Un paragone fra L'uomo nero e il film di Giuseppe Tornatore Baarìa, perché entrambi si svolgono al Sud, guardando indietro nel tempo, sarebbe davvero sbagliato, perché Sergio Rubini a differenza di Giuseppe Tornatore non ha la presunzione di volerci parlare della Storia con la esse maiuscola. La storia in L'uomo nero è tutta personale, non si scomodano per opportunismo i grandi temi, e questo permette a Sergio Rubini la libertà della commedia, con sorpresa finale (da non svelare), fra i sogni visionari di Gabriele bambino, gli arlecchini nascosti negli armadi, i fantasmi dei nonni vestiti da sposi, l'uomo nero che è il carbonaio del treno e con la mano sporca getta caramelle scintillanti ai bimbi dell'orfanotrofio, omaggio affettuoso e personalissimo a Federico Fellini. Cristina Piccino, Il Manifesto

Una commedia umana riuscitissima, con ottimi attori, bella fotografia, brillantissimo montaggio, che è anche, in filigrana, una riflessione sulla creatività popolare e sul disprezzo che per essa hanno gli intellettuali. Ce n'è anche per la critica, in un certo senso, e faremmo bene ad ascoltare con attenzione, perché Sergio Rubini vuole ricordarci che dietro ogni sforzo creativo ci sono amore e sudore. Alberto Crespi, L'Unità

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