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Sacro GRA (2013)

REGIA: Gianfranco Rosi
SCENEGGIATURA: Gianfranco Rosi
FOTOGRAFIA: Gianfranco Rosi
MONTAGGIO: Jacopo Quadri
PRODUZIONE: La Femme Endormie, con Rai Cinema, con il sostegno del MIBAC
DISTRIBUZIONE: Officine UBU
PAESE: Italia 2013, Colore, 93' 





Film "Made in Italy" della rassegna 2014 di Cinema!Italia!

Sinossi: Dopo l’India dei barcaioli, il deserto americano dei drop out, il Messico dei killer del narcotraffico, Gianfranco Rosi ha deciso di raccontare un angolo del suo Paese, girando e perdendosi per più di due anni con un mini-van sul Grande Raccordo Anulare di Roma per scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili che questo luogo magico cela oltre il muro del suo frastuono continuo. Dallo sfondo emergono personaggi altrimenti invisibili e apparizioni fugaci: un nobile piemontese e sua figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo; un botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche cerca il rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici; un principe dei nostri giorni con un sigaro in bocca fa ginnastica sul tetto del suo castello assediato dalle palazzine della periferia informe a un’uscita del Raccordo; un barelliere in servizio sull’autoambulanza del 118 dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull’anello autostradale; un pescatore d’anguille vive su di una zattera all’ombra di un cavalcavia sul fiume Tevere. Lontano dai luoghi canonici di Roma, il Grande Raccordo Anulare si trasforma un collettore di storie a margine di un universo in espansione.

 

Rassegna Stampa

Quando "Sacro Gra" venne presentato a Venezia ai primi di questo mese misi subito in evidenza che, per la prima volta, la Mostra del Cinema accoglieva in concorso nella sezione ufficiale un documentario, sia pure di lungometraggio. Rilevavo però che, dopo averlo visto, meritava proprio questa eccezione, subito confermata del resto da un altro primato assoluto, la vincita del Leone d'oro. Il noto documentarista Gianfranco Rosi, che lo ha scritto, diretto e fotografato, gli ha dato come sola cornice quel Grande Raccordo Anulare che si estende per 70 chilometri attorno a Roma...Gian Luigi Rondi, Il Tempo

Il migliore bounty killer della Mostra di Venezia è apparso subito il botanico che conduce una caccia solitaria e spietata al coleottero sterminatore di palme chiamato punteruolo rosso. Così come s'è rivelato il più fine umorista il decaduto nobile piemontese che, seppure rinchiuso nel microvano di un orribile palazzone, si slancia a paragonare l'odore di una melanzana con quello del nobile rosso francese Chateau d'Yquem... Testa a testa, naturalmente, con la cubista vestita di soli slip, calze a rete e tacchi 12 che prima d'esibirsi in un losco baretto per camionisti si chiede se il rossetto scelto per la serata non sia per caso «un po' da mignotta»...Valerio Caprara, Il Mattino

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